Le opere di Barbara Cimino

domenica 4 luglio 2010

1 commento:

cooksappe ha detto...: aggiORNACI!; 8 dicembre 2013 alle ore 04:35

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Materia e corporeità

Fin dalle antichissime statuette paleolitiche di divinità femminili, note come Veneri steatopiche per via dell’accentuato sviluppo di rotondità adipose sui glutei, intorno ai fianchi e alle mammelle (per alludere alla fertilità della donna e della terra),l’arte non ha potuto fare a meno di sentire il fascino della sessualità e del suo simbolismo.
Il corpo della donna, allontanandosi sempre più da ogni narrazione descrittiva, diviene strato di materia plasmato tra “cielo e terra”, diventa “materia del corpo”, inteso il corpo stesso come materia fertile, cosi che il corpo della donna si sostituisce ad essa, sia nella consistenza fisica, sia nel più ampio concetto generativo.
Il filo conduttore stà nella materia, nella corporeità che i soggetti raggiungono…I nudi, la presenza costante di immagini femminili, a volte sole, a volte doppie, ma pronte a invadere con la loro corporeità lo spazio pittorico. Presenti, fertili della loro carnosa materia che però non è manifesta carnalità. È simbologia della natura, del ciclo della vita, della Grande Madre, che innesta quel ciclo evolutivo di cui si compone l’universo. Così come la donna/natura, anche il paesaggio,l’albero, sono manifestazioni del creato, del ciclo evolutivo.
Segue il viaggio nel mondo, nell’universo attraverso le varie forme di creazione, si incidono nella materia, rimangono, lasciano le loro impronte, natura nella natura o “natura naturans” attraverso il mutare delle stagioni o semplicemente degli stati d’animo.
B.Cimino